Giovedì dopo le Ceneri. La Parola di Dio di questo giorno e una proposta di meditazione personale

Miei cari,

 come ieri, vi invio un pensiero per questo Giovedì dopo le Ceneri in cui persiste il digiuno eucaristico. La Parola di Dio è un’ottima compagna di viaggio in questo deserto quaresimale. Riscalda il cuore. Oggi vi suggerisco come meditazione la lettura di un Padre della Chiesa, san Leone I Magno, tratta da un suo discorso sulla Quaresima, il sesto, che noi sacerdoti meditiamo oggi nel breviario.

La chiesa resta aperta e accessibile dalle 7,30 alle 17,30. Anche oggi suonerò la campana maggiore alle 18 per indicare l’inizio della Messa che celebro da solo ma in comunione spirituale con tutti voi, e, a conclusione della stessa, ancora suonerò le campane a distesa per indicarne la fine. Come ieri uscito e darò la benedizione al Quartiere. Durante la messa le  porte della Chiesa resteranno spalancate, anche se l’accesso non è consentito; resta attivo attivo ancora il microfono esterno: chi passa può ascoltare così la messa, anche se non sarà possibile fermarsi in gruppo. 

Per ogni comunicazione uso ila mia pagina Fb e il sito della Parrocchia. Consultatelo per ogni avviso. 

Ecco dunque la Parola di Dio e la Meditazione.

Vi abbraccio e vi benedico

Vostro Padre Marco

Parola di Dio

Dal Deuteronòmio capitolo 30, versetti15-20

Mosè parlò al popolo e disse: «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».

Dal Salmo 1
Beato l’uomo che non segue il consiglio dei malvagi,
non resta  nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti;
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

E’ come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poichè il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via dei malvagi va in rovina.

Dal vangelo secondo Luca capitolo 9, versetti 22-25

Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

Meditazione
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Dal Discorso  6 sulla Quaresima di san Leone I, capo 1,  paragrafo 2
Sempre, fratelli carissimi, della grazia del Signore è piena la terra (cfr. Sal 33, 5) e la stessa natura, che ci circonda, insegna a ciascun fedele a onorare Dio. Infatti il cielo e la terra, il mare e quanto si trova in essi proclamano la bontà e l’onnipotenza del loro Creatore. E la meravigliosa bellezza degli elementi, messi a nostro servizio, non esige forse da noi, creature intelligenti, un doveroso ringraziamento? Ma ora ci viene chiesto un completo rinnovamento dello spirito: sono i giorni dei misteri della redenzione umana e che precedono più da vicino le feste pasquali. È caratteristica infatti della festa di Pasqua, che la Chiesa tutta goda e si rallegri per il perdono dei peccati: perdono che non si concede solo ai neofiti, ma anche a coloro che già da lungo tempo sono annoverati tra i figli adottivi.    Certo è nel lavacro di rigenerazione che nascono gli uomini nuovi, ma tutti hanno il dovere del rinnovamento quotidiano: occorre liberarsi dalle incrostazioni proprie alla nostra condizione mortale. E poiché nel cammino della perfezione non c’è nessuno che non debba migliorare, dobbiamo tutti, senza eccezione, sforzarci perché nessuno nel giorno della redenzione si trovi ancora invischiato nei vizi dell’uomo vecchio. Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggior sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell’astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente dell’elemosina, la quale sotto il nome unico di «misericordia» abbraccia molte opere buone. In ciò i fedeli possono trovarsi uguali, nonostante le disuguaglianze dei beni.  L’amore che dobbiamo ugualmente a Dio e all’uomo non è mai impedito al punto da toglierci la possibilità del bene. Gli angeli hanno cantato: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Ne segue che diventa felice, e nella benevolenza e nella pace, chiunque partecipa alle sofferenze degli altri, di qualsiasi genere esse siano. Immenso è il campo delle opere di misericordia. Non solo i ricchi e i facoltosi possono beneficare gli altri con l’elemosina, ma anche quelli di condizione modesta o povera. Così disuguali nei beni di fortuna, tutti possono essere pari nei sentimenti di pietà dell’anima.