Funerali ed Esequie Cristiane. Disposizioni normative aggiornate al 30 ottobre 2023

«La liturgia cristiana dei funerali è una celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore. Nelle esequie, la Chiesa prega che i suoi figli, incorporati per il Battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alla vita e, debitamente purificati nell’anima, vengano accolti con i santi e gli eletti nel ciclo, mentre il corpo aspetta la beata speranza della venuta di Cristo e la risurrezione dei morti. È per questo che la Chiesa, Madre pietosa, offre per i defunti il Sacrificio eucaristico, memoriale della Pasqua di Cristo, e innalza preghiere e compie suffragi; e poiché tutti i fedeli sono uniti in Cristo, tutti ne risentono vantaggio: aiuto spirituale i defunti, consolazione e speranza quanti ne piangono la scomparsa».

Nella nostra comunità parrocchiale le Esequie sono celebrate di norma all’interno della Messa dei Defunti,  preceduta dalla preghiera del Rosario e, per quanto possibile, nei giorni precedenti, informato tempestivamente il parroco, anche dalla visita alla famiglia con la benedizione della salma, prima della chiusura del feretro. Nella città di Novara non è previsto l’accompagnamento al Cimitero.

Sta venendo meno, purtroppo, il suffragio per i propri cari,  celebrando la messa  dopo il trentesimo giorno dalla morte e, annualmente nell’anniversario della stessa dipartita. La Madre Chiesa raccomanda invece questa pratica (cfr,. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1370-1372).

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Alcune disposizioni particolari

Il vicario Generale mons. Fausto Cossalter ha inviato alle Imprese Funebri, operanti sul territorio, alcune disposizioni a riguardo dei Funerali Cristiani, in particolare sulle modalità da parte dei parenti del defunto con cui contattare i parroci e a riguardo della cremazione e della conservazione/dispersione delle ceneri. Mi faccio premura di rendervelo noto, così da attenervi a quanto indicato da mons. Vicario Generale.

padre Marco Canali

Alle Imprese di Onoranze funebri
presenti nella Diocesi di Novara

Egregi Signori,
mi permetto di scrivere a voi, proprietari o responsabili di agenzie funebri presenti sul territorio della diocesi di Novara, per sottolineare un’attenzione che come Chiesa ci sta particolarmente a cuore nel momento dell’accompagnamento delle famiglie colpite da un lutto e nella preparazione e organizzazione delle esequie.
Per noi sacerdoti la celebrazione di un funerale è un’occasione preziosa per manifestare la preghiera, la vicinanza e il conforto dell’intera Comunità ecclesiale ai parenti in lutto, anche incontrandoli personalmente.
È quindi bene che ricordiate alle famiglie di contattare sempre il parroco prima di decidere qualsiasi cosa in merito al funerale: giorno, orario, modalità e luogo della celebrazione.
Nel ringraziarvi per quanto già fate, e mentre vi chiedo di proseguire in questa collaborazione con i parroci, richiamo la vostra attenzione su un problema che sempre più frequentemente si sta incontrando riguardo alla cremazione.
Le indicazioni su come comportarsi di fronte a questa richiesta, per coloro che chiedono i funerali cristiani, sono contenute nella recente Istruzione della Congregazione per la Dottrina della fede Ad Resurgendum cum Christo, che potrete consultare sul sito della Santa Sede, a questo indirizzo: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20160815_ad-resurgendum-cum-christo_it.html
Non si tratta solo di disposizioni burocratiche o normative, ma di indicazioni che rispecchiano gli elementi centrali della nostra fede e il vero cuore di ciò in cui crediamo: la Resurrezione di Cristo.
In questa Istruzione si ricorda che:

  • La Chiesa continua a preferire la sepoltura dei corpi poiché con essa si mostra una maggiore stima verso i defunti; tuttavia la cremazione non è vietata, «a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana».

Aggiunge poi che:

  • Qualora per motivazioni legittime venga fatta la scelta della cremazione del cadavere, le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero […].
  • La conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita. […]
  • Le ceneri non possono essere divise tra i vari nuclei familiari e vanno sempre assicurati il rispetto e le adeguate condizioni di conservazione.
  • Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti.
  • Nel caso che il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana, si devono negare le esequie, a norma del diritto.

             Tutti sappiamo che, soprattutto nel momento delicato del dolore per la morte di una persona cara, diventa molto difficile far recedere da decisioni già prese sull’onda delle emozioni. È, dunque, ancora più importante che in queste occasioni i familiari possano consultarsi con un sacerdote prima di dare qualsiasi disposizione in merito.
Sono certo che accoglierete benevolmente queste precisazioni e consapevole del delicato lavoro che siete chiamati a svolgere, vi assicuro il mio ricordo nella preghiera, con gli auguri più cordiali di ogni bene.
Cordialmente

Il Vicario generale
Mons. Fausto Cossalter

Novara, 12 novembre 2019

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Dove conservare le ceneri dei defunti? Due risposte della Dottrina della Fede (30 ottobre 2023)
Il cardinale Zuppi aveva chiesto se possibile tenerle in luoghi comuni simili agli ossari e se si poteva prevedere la conservazione di una minima parte in un luogo significativo per il defunto. Sì in entrambi i casi. Va evitato qualsiasi equivoco panteista, naturalista o nichilista. Vatican News

 Si potrà predisporre un luogo sacro «per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti», cioè un cinerario comune dove le singole ceneri vengono riversate. È quanto afferma il Dicastero per la Dottrina della Fede rispondendo a due quesiti dell’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi a proposito dei fedeli defunti sottoposti a cremazione. Nella seconda risposta si afferma che l’autorità ecclesiastica può anche prendere in considerazione e valutare la richiesta dei familiari di conservare una «minima parte» delle ceneri di un defunto in un luogo significativo per la storia della persona morta.

Il cardinale Zuppi, a fronte del «moltiplicarsi della scelta di cremare i defunti» e di disperdere le ceneri in natura, anche per «non far prevalere i motivi economici, suggeriti dal minor costo della dispersione, e dare indicazione per la destinazione delle ceneri, una volta scaduti i termini per la loro conservazione», volendo «corrispondere non solo alla richiesta dei familiari, ma soprattutto all’annuncio cristiano della risurrezione dei corpi e del rispetto loro dovuto» ha presentato queste domande. La prima: «Tenuto conto del divieto canonico di disperdere le ceneri di un defunto – analogamente a quanto accade negli ossari – è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici?». E la seconda: «Si può concedere ad una famiglia di conservare una parte delle ceneri di un familiare in un luogo significativo per la storia del defunto?».

Il Dicastero, con un testo a firma del cardinale prefetto Victor Fernandez, approvato dal Papa il 9 dicembre, risponde affermativamente. Ricorda innanzitutto che a norma dell’Istruzione Ad resurgendum cum Christo 2016 (n. 5), «le ceneri devono essere conservate in un luogo sacro (cimitero), e anche in un’area appositamente dedicata allo scopo, a condizione che sia stata adibita a ciò dall’autorità ecclesiastica». Si citano le motivazioni di questa scelta, e cioè la necessità di «ridurre il rischio di sottrarre i defunti al ricordo e alla preghiera dei parenti e della comunità cristiana» e di evitare «dimenticanze e mancanze di rispetto», nonché «pratiche sconvenienti o superstiziose».

Viene poi ricordato: «La nostra fede ci dice che risusciteremo con la stessa identità corporea che è materiale», anche se «quella materia sarà trasfigurata, liberata dai limiti di questo mondo. In questo senso, la risurrezione sarà in questa carne nella quale ora viviamo». Ma questa trasformazione «non implica il recupero delle identiche particelle di materia che formavano il corpo». Perciò il corpo del risorto «non necessariamente sarà costituito dagli stessi elementi che aveva prima di morire. Non essendo una semplice rivivificazione del cadavere, la risurrezione può avvenire anche se il corpo è stato totalmente distrutto o disperso. Ciò ci aiuta a capire perché in molti cinerari le ceneri dei defunti si conservano tutte insieme, senza mantenerle in posti separati».

Il Dicastero sottolinea poi che «le ceneri dei defunti procedono da resti materiali che sono stati parte del percorso storico vissuto dalla persona, al punto che la Chiesa ha particolare cura e devozione circa le reliquie dei Santi. Questa attenzione e memoria ci porta anche a un atteggiamento di sacro rispetto» verso le ceneri, che «conserviamo in un luogo sacro adatto alla preghiera».

A Zuppi il Dicastero risponde pertanto che «è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperdere la memoria nominale». Viene dunque ammessa dalla Chiesa la possibilità di riversare le ceneri in un unico luogo comune, come avviene per gli ossari, ma conservando la memoria nominale di ciascuno dei singoli defunti. Infine si afferma che, escludendo «ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista», nel rispetto delle norme civili, se le ceneri del defunto sono conservate in un luogo sacro, l’autorità ecclesiastica «può prendere in considerazione e valutare richiesta da parte di una famiglia di conservare debitamente una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo» per la sua storia.

A una domanda dei media vaticani, il Dicastero ha spiegato che l’intervento e la valutazione dell’autorità ecclesiastica non rivestono soltanto un carattere canonico ma anche pastorale, per aiutare la famiglia a discernere sulle scelte da fare, tenendo conto di tutti i fattori. Dato che alcune legislazioni non consentono di dividere le ceneri del defunto, il Dicastero ha aggiunto che il secondo quesito è emerso da un dialogo tra vescovi di diversi Paesi ai quali il cardinale Zuppi ha dato voce, e ha preso in esame la possibilità dal punto di vista teologico piuttosto che civile, come è stato poi chiarito nella risposta.

Questa la risposta completa del Dicastero della Dottrina della Fede

DICASTERIUM PRO DOCTRINA FIDEI

Foglio di Udienza con il Santo Padre
(9 dicembre 2023)

Risposta a Sua Em.za, il Card. Matteo Maria Zuppi,
Arcivescovo di Bologna,
circa due quesiti relativi alla conservazione delle ceneri dei defunti,
sottoposti a cremazione.

 

Con lettera del 30 ottobre 2023 (Prot. n. 2537), il Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, ha rivolto al Dicastero per la Dottrina della Fede due quesiti relativi alla conservazione delle ceneri dei defunti, sottoposti a cremazione.

In particolare, riferiva di aver costituito in Diocesi di Bologna una Commissione, allo scopo di dare una risposta cristiana a vari problemi che derivano dal moltiplicarsi della scelta di cremare i defunti e disperdere le loro ceneri in natura. Lo scopo è anche quello di non far prevalere i motivi economici, suggeriti dal minor costo della dispersione, e dare indicazione per la destinazione delle ceneri, una volta scaduti i termini per la loro conservazione.

Per essere certi di corrispondere non solo alla richiesta dei familiari, ma soprattutto all’annuncio cristiano della risurrezione dei corpi e al rispetto loro dovuto, lo scrivente ha rivolto i seguenti quesiti:

1. Tenuto conto del divieto canonico di disperdere le ceneri di un defunto – analogamente a quanto accade negli ossari, ove si depositano e conservano cumulativamente i resti mineralizzati dei defunti – è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperdere la memoria nominale?

2. Si può concedere ad una famiglia di conservare una parte delle ceneri di un familiare in un luogo significativo per la storia del defunto?

Dopo aver debitamente esaminato i contenuti di tali quesiti, si è deciso di rispondere nel modo seguente:

1) Il n. 5 dell’Istruzione Ad resurgendum cum Christo circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione, pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede in data 15 agosto 2016, per quanto riguarda la conservazione delle ceneri in apposite urne afferma che le ceneri devono essere conservate in un luogo sacro (cimitero), e anche in un’area appositamente dedicata allo scopo, a condizione che sia stata adibita a ciò dall’autorità ecclesiastica.

Vengono anche date le motivazioni pastorali di questa normativa: «La conservazione delle ceneri in un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana. In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose» (n. 5). Questa normativa presente nella summenzionata Istruzione conserva tutta la sua validità.

2) La nostra fede ci dice che risusciteremo con la stessa identità corporea che è materiale, come ogni creatura su questa terra, anche se quella materia sarà trasfigurata, liberata dai limiti di questo mondo. In questo senso, la risurrezione sarà «in questa carne nella quale ora viviamo» (Formula Fides Damasi nuncupata). Così viene evitato un dannoso dualismo tra materiale e immateriale.

Ma questa trasformazione non implica il recupero delle identiche particelle di materia che formavano il corpo dell’essere umano. Perciò il corpo del risorto non necessariamente sarà costituito dagli stessi elementi che aveva prima di morire. Non essendo una semplice rivivificazione del cadavere, la risurrezione può avvenire anche se il corpo è stato totalmente distrutto o disperso. Ciò ci aiuta a capire perché in molti cinerari le ceneri dei defunti si conservano tutte insieme, senza mantenerle in posti separati.

3) Le ceneri dei defunti, inoltre, procedono da resti materiali che sono stati parte del percorso storico vissuto dalla persona, al punto che la Chiesa ha particolare cura e devozione circa le reliquie dei Santi. Questa attenzione e memoria ci porta anche a un atteggiamento di sacro rispetto verso le ceneri dei defunti, che conserviamo in un luogo sacro adatto alla preghiera e alle volte vicino alle chiese dove si recano le loro famiglie e vicini.

4) Perciò:

A) Per le motivazioni sopra riportate, è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperdere la memoria nominale.

B) Inoltre, posto che venga escluso ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista e che le ceneri del defunto siano conservate in un luogo sacro, l’autorità ecclesiastica, nel rispetto delle vigenti norme civili, può prendere in considerazione e valutare la richiesta da parte di una famiglia di conservare debitamente una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo per la storia del defunto.

Víctor Manuel Card. Fernández
Prefetto

Ex Audientia Die 9.12.2023

Franciscus