Famiglia

Dalla famiglia “chiesa domestica” alla chiesa “famiglia di Dio”

La famiglia “chiesa domestica” è il luogo di umanizzazione della chiesa e della società. Per questa ragione la famiglia sta al centro della pastorale ecclesiale e non può essere dimenticata nella vita civile.

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La famiglia, come l’ha pensata il Sinodo 2015 (17-29) e soprattutto com’è presentata nell’Esortazione Apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia (178-198), è il luogo di “inclusione” di molte altre presenze, che la rendono oggi una “famiglia plurale”. Comunione, accoglienza, responsabilità, apertura sono i quattro doni portati in dote dalla famiglia alla chiesa, perché la sua pastorale diventi umanizzante. La chiesa assumendoli li trasforma nell’esperienza cristiana della comunità, della donazione, della vocazione e della fraternità, che sono le quattro esperienze elementari della vita cristiana e dell’agire pastorale.

Dalla comunione alla comunità. La famiglia è per eccellenza il luogo dell’intima comunione di vita tra uomo e donna (è il dono della sponsalità): essa fa comprendere alla chiesa che la comunione passa attraverso la diversità dell’altro da sé e si attua nel reciproco donarsi e riceversi dall’altro; la chiesa “cattolica” porta a compimento la comunione nell’esperienza della comunità cristiana, luogo d’integrazione del diverso, soprattutto dei piccoli e dei poveri, e del perdono di quelle differenze degenerate in esclusione, solitudine e abbandono.

Dall’accoglienza alla donazione. La famiglia è il luogo dell’accoglienza dell’esistenza umana, dell’esperienza della vita come dono ricevuto e trasmesso, della fiducia che la vita sia un bene (è il dono della maternità); la chiesa “madre” trasforma questa fiducia in donazione, insegna nei suoi cammini pratici che il dono della vita, una volta accolto, dev’essere voluto e condiviso con gli altri.

Dalla responsabilità alla vocazione. La famiglia è il cammino dove la vita ricevuta e voluta si apre alla responsabilità di costruire il futuro, trasmettendo il senso della responsabilità (è il dono della paternità); la chiesa “apostolica” trasforma questa capacità di rispondere e progettare il futuro in vocazione personale ed ecclesiale, in cui i figli raggiungono la figura adulta della vita umana e cristiana.

Dall’apertura alla fraternità. La famiglia è lo spazio dell’esperienza della diversità nella molteplicità dei cammini e delle capacità (è il dono della fraternità e delle altre presenze familiari); la chiesa “missionaria” fa crescere quest’apertura nella società e nel mondo, la assume, l’accompagna, la corregge, le apre vie praticabili d’impegno, professione, servizio, carità e missione.

La famiglia come “chiesa domestica” supera la sua chiusura e trova il suo orizzonte ecclesiale e missionario nella chiesa come “famiglia di Dio”, mentre la comunità cristiana viene umanizzata se è continuamente animata da relazioni familiari autentiche.

(XXI SINODO DIOCESANO, Liber Synodalis, 53)