Il Papa sulla crisi Iran-Usa: dialogo e rispetto della legalità internazionale

Nel discorso al Corpo diplomatico Francesco riafferma uno sguardo di speranza anche nell’affrontare quei drammi che attraversano il mondo. Cita i tanti conflitti, anche quelli dimenticati, ma ricorda pure gli abusi sui minori, la violenza sulle donne e il senso della solidarietà in Europa. Sono 183 gli Stati che attualmente intrattengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede, ai quali vanno aggiunti l’Unione Europea e il Sovrano Militare Ordine di Malta
È con speranza che il Papa chiede di addentrarci nel tempo che ci attende. Rivolgendosi al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede in occasione del tradizionale scambio di auguri per il nuovo anno, sottolinea fin dall’inizio che anche se la speranza esige “realismo” e che “si chiamino i problemi per nome”, anche se “il nuovo anno non sembra essere costellato da segni incoraggianti, quanto piuttosto da un inasprirsi di tensioni e violenze”, non si può smettere di sperare. Francesco rinnova il suo appello perché la tensione tra Iran e Stati Uniti non degeneri ulteriormente, chiedendo dialogo e rispetto della legalità internazionale. Continua la lettura dell’articolo di Debora Donnini sul sito di Vatican News

Leggi anche l’editoriale di Andrea Tornielli: Il realismo e la speranza. Le parole chiave del discorso di Papa Francesco al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede
Del discorso di Francesco sullo “stato del mondo” quest’anno ad attirare l’attenzione sono in particolare le parole dedicate alla crescente tensione fra Iran e Stati Uniti. Il Papa, che era già intervenuto sull’argomento domenica 5 gennaio, ribadisce l’appello ad evitare di innalzare ulteriormente lo scontro, mantenendo accesa “la fiamma del dialogo e dell’autocontrollo, nel pieno rispetto della legalità internazionale”. Un richiamo che vale per tutte le parti in causa e che riflette, con realismo, sul rischio di trascinare il Medio Oriente e il mondo intero in un conflitto dalle conseguenze incalcolabili. Continua sul sito di Vatican News