Letture consigliate/4: In libreria l’ultimo saggio di Catananti: “Il Vaticano nella tormenta”, 1940-1944

Sono di “speciale rilevanza”, perché “assolutamente sconosciuti sino ad oggi”, i piani di difesa “dei confini del Vaticano e della stessa persona” di Pio XII tra il 1940 e il 1944, predisposti dall’allora Gendarmeria Pontificia a fronte del rischio che “elementi facinorosi” volessero rapire il Papa stesso. È quanto si legge nel saggio di Cesare Catananti: “Il Vaticano nella tormenta”, in libreria per i tipi delle Edizioni San Paolo. Con la prefazione dello storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Catananti, medico, già direttore generale del Policlinico Gemelli di Roma e studioso di Storia contemporanea, ripercorre il Pontificato di Papa Eugenio Pacelli, calandosi nel cuore della Seconda Guerra Mondiale attraverso le carte dell’epoca custodite oggi dalla Gendarmeria Vaticana.  Alla vigilia dell’apertura degli Archivi Vaticani su Pio XII, in programma il prossimo 2 marzo, l’autore confronta il materiale anche con gli atti della Santa Sede sulla Seconda Guerra Mondiale e, tra gli altri, gli archivi di Londra, della Farnesina, dello Stato italiano, oltre a testimonianza dirette. Continua la lettura dell’articolo di Giada Aquilino sul sito di Vatican News

Il libro

Il Vaticano, si sa, è uno Stato molto particolare: pochi chilometri quadrati di chiese, palazzi, tesori d’arte e giardini. Nel momento in cui l’Europa è lacerata da contrapposizioni ideologiche violentissime, lo staterello è neutrale e potrebbe attendere, magari in preghiera, la fine della tempesta… Invece no. Il Vaticano è a Roma, nel cuore della capitale di un regime autoritario alleato con la Germania. I rapporti con il regime fascista sono di reciproco sospetto: Mussolini fa spiare i monsignori, i cardinali e il papa stesso. Hitler odia la Chiesa cattolica perché la considera un potere trasversale, che può sempre sfuggire al controllo assoluto dello Stato. Gli Alleati, invece, temono una Chiesa che acquisti troppa autorità morale in anni di sangue e acciaio. Ciascuno ha la sua posizione, e il Vaticano è in mezzo. Dunque, per prudenza, meglio porvi informatori, spie, doppiogiochisti. Meglio vigilare sui suoi confini, anche perché a volte ci scappano dentro prigionieri di guerra inglesi in fuga dai campi di prigionia, seguiti ben presto da giovani tedeschi sbandati. E nel lungo inverno del ’43 il Vaticano, oramai circondato dal III Reich, deve affrontare la fase più dura della “tormenta”. In questo contesto proprio da dentro le “Sacre Mura” la Legazione inglese, con il supporto del settore 9 del Military Intelligence, opera nell’ombra. A un certo punto abbiamo anche un piano di Hitler per rapire il papa e deportarlo in Germania o nel Liechtenstein e si elabora un contro-piano di “difesa passiva ma energica” che prevede anche il sacrificio di tutti i militari che faranno “scudo col proprio corpo alla Sacra ed Augusta Persona del Sommo Pontefice”…