Il Papa: la memoria dell’Olocausto per non annientare il futuro

Birkenau, 29 luglio 2016.
Papa Francesco in visita al campo di Birkenau

“Non mi stanco di condannare fermamente ogni forma di antisemitismo”: così Francesco ricevendo in udienza una delegazione del “Centro Simon Wiesenthal”, impegnato da anni a combattere ogni manifestazione di razzismo e odio delle minoranze. L’invito del Papa è di seminare pace, di coltivare insieme il terreno della fraternità soprattutto di fronte alle “barbare recrudescenze di antisemitismo”
Il silenzio per ascoltare il grido dell’umanità sofferente. Oggi (20 gennaio n.d.r.) come 75 anni fa quando al mondo venne svelata nella sua crudeltà la furia nazista, quando vennero aperti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau e chi sopravvisse portò nel corpo, nella mente e nel cuore l’orrore vissuto. Papa Francesco, ricevendo in udienza il “Centro Simon Wiesenthal”, ricorda il 27 gennaio, giorno della liberazione del campo nazista che si trova in Polonia, invoca l’assenza di parole dinanzi al “consumismo verbale” che si declina in “offese urlate”, “parole inutili” mentre è “il silenzio a custodire la memoria”, senza la quale si annienta il futuro. Netta la condanna del Papa per l’antisemitismo e per le “barbare recrudescenze” degli ultimi tempi. Forte l’invito a “dissodare il terreno dell’odio”, seminando pace, reintegrando chi è emarginato, sostenere chi è scartato, come forte è l’invito a collaborare insieme cristiani ed ebrei per coltivare “il terreno della fraternità”. Continua la lettura dell’articolo di Benedetta Capelli sul sito di Vatican News.