Luci nella notte del tempo

A volte capita di leggere testi “antichi” e fuori moda che illuminano la realtà e la storia contemporanea. Improvvisamente il tempo (deframmentato) del quotidiano acquista un senso, diventa la tappa di un percorso, mentre la cronaca, spesso urlata, lascia spazio all’analisi e al confronto. Si ha così la percezione di andare oltre “l’eterno presente”, il tempo dettato dalla rete e dai ritmi lavorativi, e di intravvedere altri orizzonti verso cui dirigersi. È il caso del capolavoro di Eliot, The Waste Land (La Terra desolata). Siamo nel 1922, il poeta ha davanti a sé un paesaggio spettrale in cui l’aridità spirituale ha privato la vita di significato. L’Europa era appena uscita dalla Prima Guerra mondiale e la spagnola, la pandemia di allora, seminava silenziosamente milioni di morti. La cultura camminava nella “terra desolata” del non senso e della paura. I rapporti tra Stati erano da ricostruire, madri e vedove da consolare, il lavoro da ritrovare, la speranza nel domani da rigenerare. Continua la lettura dell’editoriale di Francesco Occhetta – Comunità di Connessioni