Denunciare la bellezza: l’intuizione di Salgado

L’Amazzonia, con i suoi 6.700.000 km quadrati, è la più grande foresta pluviale del pianeta. Uno sterminato manto verde ricco d’acqua, di biodiversità e di natura incontaminata. Ma, nel solo mese di maggio 2022, sono stati registrati 2.287 incendi: 900 chilometri quadrati di foresta andati distrutti. Le organizzazioni internazionali denunciano continuamente sfregi a territori e popolazioni protetti. Secondo quanto riportato dalla Funai, l’agenzia nazionale brasiliana che difende le popolazioni native, l’estrazione illegale di materie prime da zone della foresta amazzonica, in cui ogni tipo di attività estrattiva è vietata, sarebbe favorita dal Presidente del Brasile Jair Bolsonaro e dal suo governo (Internazionale n°1465, Uol). Eppure, entrando nelle sale del Museo Maxxi di Roma, dove sono allestite le duecento opere che compongono Amazonia, l’ultimo lavoro del fotografo brasiliano Sebastiao Salgado, nulla riporta alla mente le immagini mortifere a cui siamo abituati, legate allo sfruttamento dei terreni e delle risorse. Si è immersi in panorami mozzafiato. Nuvole immense, distese di acqua e di alberi lasciano sgomenti con la loro imponente bellezza. Salgado sa, e con la sua scelta ce lo dice, che la bellezza può essere la chiave con cui toccare il cuore di chi guarda le sue fotografie. Continua la lettura dell’editoriale di Francesca Carenzi – Comunità di Connessioni