La Settimana Santa: la Liturgia della Parola

Proponiamo un breve commento alla Liturgia della Parola che caratterizza le celebrazioni della Domenica delle Palme e del Triduo Pasquale

Domenica delle Palme

Prima lettura (Is 50,4-7)

La figura del “servo del Signore”, qui tratteggiata dal profeta, è quella di uno che si sottopone a dure prove perché si lascia guidare da Dio e gli rimane fedele. Si è compiuto pienamente nel caso di Gesù che ha affrontato la morte fiducioso nell’assistenza del Padre.

Seconda lettura (Fil 2,6-11)

L’apostolo Paolo illustra il senso dell’umiliazione ed esaltazione del Signore, riportando il testo di un inno della comunità primitiva. Gesù non è vittima di un destino sfortunato e crudele, ma sceglie di obbedire fino al limite estremo della morte, per realizzare la fedeltà suprema d’amore che ci salva dalle nostre infedeltà.

Giovedì Santo

Prima lettura (Es 12,1-8.12-14)

Racconta come iniziò la tradizione del banchetto dell’agnello pasquale: era il segno memoriale del passaggio (chiamato pasqua) dalla schiavitù alla libertà, per l’antico Israele salvato dal Dio che si rivelò come unico Signore.

Seconda lettura (lCor 11,23-26)

Riporta un prezioso testo paolino: la trasmissione del racconto e del gesto della cena del Signore. Il vero agnello sacrificato non è quello della pasqua ebraica, ma Gesù immolato e fattosi cibo per noi. Lui ci permette di stipulare con Dio l’alleanza definitiva di amore.

Vangelo (Gv 13,1-15)

Il Vangelo narra un fatto inatteso: Gesù lava i piedi dei suoi discepoli. Questo gesto che suscita reazioni diverse negli amici, esprime, sotto altra forma, la stessa sostanza che ci viene donata nel pane e nel vino consacrati: è la condivisione spinta fino all’immolazione totale per amore delle persone amate.

Venerdì Santo

Prima lettura (Is 52,13-53,12)

II brano è costituito dalla illustrazione profetica di Gesù come servo di Dio innocente e fedele fino alla morte; caricatosi dei nostri peccati si offre per salvarci.

Seconda lettura (Eb 4,14-16; 5,7-9)

L’autore del brano vede nella passione del Signore l’esercizio del suo sacerdozio unico e definitivo: fedele a Dio e solidale con i fratelli egli è il mediatore della nuova alleanza, che non sarà mai smentita, fra Dio e gli uomini.

Vangelo della passione (Gv 18,1-19,42)

Gesù è pienamente consapevole del suo destino e affronta con serena libertà una sofferenza che rende onore alla “verità”, come unica via alla glorificazione di Dio e al giudizio sull’uomo. Il dolore e la morte di Gesù, che costituiscono l’aspetto più fallimentare e sconcertante della sua vicenda, spalancano invece la strada della salvezza per coloro che credono in lui, nonostante il buio della croce.

Veglia Pasquale

Prima lettura (Gn 1,1-2,2)

Il racconto della creazione è presentato come l’inizio della storia della salvezza per tutti i popoli della terra. Con il peccato l’uomo non ha riconosciuto l’opera divina: ma Dio ama così tanto gli uomini che ha mandato il suo Figlio che con la sua morte e resurrezione li conduce alla salvezza eterna.

Seconda lettura (Es 14,15-15,1)

Siamo al racconto emblematico della Pasqua antica e della Pasqua nuova. II passaggio liberatore degli ebrei attraverso il mare prefigura il passaggio di Cristo attraverso la morte verso la vita. Anche noi, nel segno battesimale, passiamo attraverso una morte o immersione per risorgere alla vita di figli, non più di schiavi; di popolo amato, non più di gregge disperso.

Terza lettura (Ez 36,16-28)

L’ultima lettura tratta dall’Antico Testamento tocca il vertice dell’attesa e della rivelazione prima di Cristo: Dio ci prepara una realtà nuova che superi definitivamente il peccato e la morte: così farà di noi un popolo nuovo e unito, delle persone dalla mentalità totalmente convertita, mediante un lavacro che anticipa il segno battesimale di Cristo e della chiesa. Questo rinnovamento è possibile in forza della Pasqua del Signore.

Epistola (Rm 6,3-11)

L’apostolo Paolo ci propone un’intensa catechesi sul “passaggio”: per mezzo del battesimo siamo sepolti nella morte e risuscitati in una vita nuova, come Cristo. E questa via non ha ritorno: la morte non ha più potere su Cristo né deve averne sui cristiani.