«Color che Cristo cercano»: l’invito e gli auguri del nostro vescovo Franco Giulio per l’Epifania

«Alzare lo sguardo per guardare oltre», «cercare la stella in cielo» e «proseguire il cammino». Sono i tre inviti che il vescovo Franco Giulio ha fatto nell’omelia della messa per l’Epifania, celebrata in cattedrale a Novara. In un tempo in cui ancora molte sono le preoccupazioni per la pandemia e per i suoi effetti – sanitari, ma anche sociali e relazionali – quello del vescovo è stato un invito ad aprire alla speranza che guida – come ha fatto la stella per i magi –  verso il Signore. E come augurio ha proposto la traduzione di una poesia dell’autore cristiano del IV secolo Aurelio Prudenzio Clemente. Eccola:

Color che Cristo cercano / in alto gli occhi levino;
lassù potranno scorgere, / segno d’eterna gloria,
la stella, che più nitida / vince del sole il raggio,
Iddio in terra annunzia / in carne umana sceso.

Ecco dal Golfo Persico / che vede il sole sorgere,
i Magi, esperti interpreti, / del Re il vessillo scorgono.
«Chi è costui, si chiedono, / Signor che gli astri domina,
che fa tremare gli angeli / cui luce e cielo servono?»

È questo il Re dei popoli, / l’atteso Re giudaico,
promesso al padre Abramo / e ai figli suoi nei secoli.
Lo sguardo al cielo attoniti / commossi, i Magi seguono
la strada da percorrere / dove la stella indica.

Ecco che sopra un pargolo / sosta l’astro profetico,
abbassa i raggi e chinasi / e il santo volto illumina.
I Magi appena scorgono / il bimbo, i doni estraggono,
prostrati, e a lui presentano / oro, incenso e mirra.

Guarda, fanciullo, i simboli, / del regno e del potere!
A te una gloria triplice / il Padre ha destinata;
oro e incenso annunciano / Iddio è il re dei secoli;
la mirra è certo simbolo / della morte salvifica.

(Prudenzio, IV sec., Kathemérinon, in Inni cristiani, trad. di A. Comini, Milano, 1984, 77)
Prudenzio Clemente, Aurelio (348-405/10) Autore cristiano spagnolo