La felicità dei pessimisti, dei gaudenti e degli ardenti per l’anno 2022

«Tutti […] vogliono vivere felici, ma hanno l’occhio confuso quando devono discernere ciò che rende felice la vita. Giungere ad una vita felice è impresa difficile a tal punto che ciascuno, se appena esce di strada, se ne allontana tanto più, quanto più in fretta cammina». Il noto passo di Lucio Anneo Seneca (La vita felice, 1,1) può essere considerato l’epigrafe dell’anno che verrà. Tutti si chiedono dove andare e quali scelte fare per essere felici, ma nemmeno la ricchezza di un Paese non produce felicità. È nota l’esperienza dell’infelicità quando, per esempio, non si ha un lavoro o non si può essere curati negli ospedali, quando la scuola non educa e i legami affettivi e sociali si rompono. Più in generale per vivere felici cosa occorre fare in una società caratterizzata da «relazioni a tempo» e da ritmi frenetici? Si pensa di essere felici attraverso le tante esperienze “usa e getta” che vanno da quelle affettive e relazionali a quelle sociali e politiche dell’appartenenza ad associazioni, partiti e così via. Ma le «relazioni a consumo» generano una cultura «a basso impegno» le cui conseguenze hanno però risvolti seri. Continua la lettura dell’editoriale di Francesco Occhetta sul sito di Comunità di Connessioni