Gallagher: la dottrina sociale della Chiesa e il “Green New Deal”

Nel suo intervento al corso della Fondazione “Centesimus Annus” sulla Dottrina sociale, il segretario per i Rapporti con gli Stati rilancia il tema del “dialogo costruttivo” tra fede e valori ambientalisti e ricorda l’impegno del Vaticano nella riduzione delle emissioni nette prima del 2050
La qualità del rapporto tra l’insegnamento sociale della Chiesa, «fervida sostenitrice di un ambientalismo sano, profondo e rispettoso dell’essere umano», e i vari Green New Deals dipenderà «dai diversi gradi di compatibilità che potranno essere via via individuati da entrambe le parti». Lo ha detto l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, intervenendo sabato mattina, 23 gennaio, all’apertura del corso di formazione in Dottrina sociale della Chiesa promosso dalla Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice. Nella sua relazione il presule, riprendendo il tema generale del corso — «La dottrina sociale della Chiesa per un Green New Deal» — ne ha approfondito le implicazioni «nella pratica degli Stati e nella valutazione del bene comune». E ha invitato a mettere in atto «un dialogo costruttivo» tra la Chiesa e il mondo ambientalista al quale si ispirano i programmi ecologici e sociali promossi a livello nazionale e internazionale. «Da parte nostra —  ha sottolineato — il prezioso valore aggiunto che introdurremo in questo dialogo sarà naturalmente la nostra prospettiva cristiana», riassunta dal presule con un riferimento al numero 41 dell’esortazione apostolica post-sinodale Querida Amazonia, dove si legge che  «liberare gli altri dalle loro schiavitù implica certamente prendersi cura dell’ambiente e proteggerlo, ma ancor più aiutare il cuore dell’uomo ad aprirsi con fiducia a quel Dio che non solo ha creato tutto ciò che esiste, ma ci ha anche donato se stesso in Gesù Cristo». Continua la lettura su L’OSSERVATORE ROMANO