Festa dei Santi e Ricordo dei Defunti: il senso cristiano delle due ricorrenze

Ricorre durante la prossima settimana la solennità dei Santi, il 1° novembre, e la Commemorazione dei fedeli defunti, il 2 novembre.

La Festa dei Santi

Festeggiare tutti i santi è guardare a coloro che hanno voluto vivere della loro grazia di figli adottivi e che hanno lasciato che la misericordia del Padre vivificasse ogni istante della loro vita. I santi sono i fratelli maggiori che la Chiesa ci propone come modelli perché, peccatori come ognuno di noi, tutti hanno accettato di lasciarsi incontrare da Gesù, attraverso i loro desideri, le loro debolezze, le loro sofferenze, e anche le loro tristezze.

La Commemorazione dei Defunti

La Chiesa fin dai primi tempi ha coltivato con grande pietà la memoria dei defunti e ha offerto per loro i suoi suffragi. Nei riti funebri la Chiesa celebra con fede il mistero pasquale, nella certezza che quanti sono diventati con il Battesimo membri del Cristo crocifisso e risorto, attraverso la morte, passano con lui alla vita senza fine.

La Preghiera per i defunti

La preghiera è una vera e concreta opera di carità, come si ricorda: “Pregare Dio per i vivi e per i morti”. Essa trova il suo culmine nella Messa, applicata per i defunti. Poi la recita del Rosario; quindi, la visita ai cimiteri, luoghi in cui i nostri cari attendono la speranza della Resurrezione finale. Infine, è possibile ottenere per sé o per i propri defunti l’Indulgenza plenaria alle condizioni previste dalla Chiesa. L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi. L’indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati. Ogni fedele può lucrare per se stesso le indulgenze sia parziali che plenarie o applicarle ai defunti a modo di suffragio. Per ottenere l’indulgenza plenaria, oltre l’esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale, è necessario adempiere le tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice (recitando un Padre nostro e un’ Ave Maria; è lasciata tuttavia libertà ai singoli fedeli di recitare qualsiasi altra preghiera secondo la pietà e la devozione di ciascuno)

A proposito di Cremazione, della dispersione delle ceneri, della loro conservazione e della trasformazioni in monili

Con l’avvento della Cremazione si stanno diffondendo pratiche non cristiane, quali la dispersione delle ceneri o la loro conservazione nelle case o, addirittura, la trasformazione in monili. Esse sono tutte proibite, come ha disposto papa Francesco nel documento “Ad Resurgendum cum Christo”, redatto dalla Congregazione per la dottrina della Fede. In questo testo ribadisce che “la cremazione non è vietata, a meno che questa non sia scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana” e a patto che “le ceneri del defunto siano conservate in un luogo sacro, cioè in un cimitero o in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica”. Resta per la Chiesa il divieto assoluto di “dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo” oppure “la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti”, oltre alla “divisione delle ceneri tra i vari nuclei familiari”. Inoltre, “nel caso che il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana, si devono negare le esequie”.