Il gesuita novarese padre Occhetta al Sermig: la necessità di dialogare

Padre Francesco Occhetta, giornalista e politologo de “La Civiltà Cattolica”, é stato l’ospite di gennaio  dell’Università del Dialogo Sermig. Il padre gesuita, interpellato dai giovani sul tema sempre attuale del dialogo, ha donato parecchi spunti utili per una riflessione approfondita sul tema.

Eccone alcuni passaggi:

Come definirei il dialogo? Dialogo è un logos che entra nel cuore attraverso l’incontro tra due o più persone; anche Dio opera in questo modo. Il dialogo scava nella nostra coscienza per trovare in essa una sorgente di acqua pura.

Dialogare è un’arte che si può imparare attraverso l’ascolto. La Costituzione insegna che è possibile dialogare se vi è un fine comune. Il dialogo è proprio della dimensione morale, di chi si apre al bene comune: come funzioniamo interiormente, funzioniamo socialmente. Il bene e il male convivono in noi. È una questione di scelta. Il bene comune non è la somma dei beni individuali ma è la sua moltiplicazione, dobbiamo aprirci al bene perché altrimenti ci chiudiamo nella paura e nell’egoismo. Occorre ritornare a sognare, a far nascere, a crescere, a nutrire ed affidare il proprio sogno. Sognare come antidoto per evitare la guerra.

Occorre guardare con speranza la realtà. Pensiamo ai giovani e alla loro disaffezione politica. Il voto è apertura al futuro, non è un gesto conclusivo ma piuttosto è un gesto che comincia un percorso. Blair sosteneva che lo Stato non poteva più governare tutti i processi e invitava i giovani ad essere protagonisti dell’azione civile e sociale. La politica deve seguire la società: è un nuovo modo di concepire la politica a cui i giovani possono partecipare attivamente.

Guarda l’intervento integrale al link del Sermig