Raccontaci Maria, chi hai visto sulla via? Omelia per la Pasqua 2021

«Raccontaci, Maria,
che hai visto sulla via?
La tomba del Cristo vivente,
la gloria del risorto;
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le vesti.
Cristo mia speranza è risorto
e precede i suoi in Galilea»
(Wipponis Victimae Paschali laudes)

Sono queste le parole che l’antica sequenza di Pasqua mette in bocca a Maria Maddalena, l’Apostola degli Apostoli, quando le è chiesto che cosa ha veduto, per credere che Gesù è risorto.
Ella risponde di aver visto sì i segni della sua morte: il sepolcro, il sudario e le vesti.
Ma narra di aver ascoltato l’annuncio della resurrezione da testimoni angelici affidabili e, soprattutto, di aver incontrato lo stesso Risorto, facendone l’esperienza reale e tangibile, perché in lei rinascesse la speranza, il seme della resurrezione.
Ella racconta, ancora, che il Risorto in persona l’ha poi inviata, facendola così di fatto Apostola, affidandole cioè il mandato di annunciare la gloria del Cristo vivente agli Undici, gli Apostoli, ai quali si sarebbe mostrato vivo in persona in seguito in Galilea, e da costoro si è diffuso l’annuncio pasquale al mondo intero.
Ho chiesto a Lei di indicarmi, dove trovare anche oggi, anche in questa situazione così sconfortante che non sembra finire ma allungarsi a dismisura, semi di resurrezione, per far rinascere non solo nel mio cuore ma anche nel cuore della mia comunità, la speranza del Risorto, da trasmettere «a tutti gli uomini che Dio ama».

Segni di morte
Maria mi ha detto, prima però, dove non devo cercarlo.
Mi ha detto di non guardare il volto di chi cammina per tutta la vita a capo chino, con gli occhi bassi.
Queste persone, anche cristiane, potrebbero sembrare, a prima vista, umili, poiché non si esaltano ed evitano imprese avventate, ma ad un attento osservatore, come lo era Maria Maddalena che aveva incontrato il Risorto, essi appaiono, al contrario, semplicemente ripiegati su se stessi, chiusi nei loro pensieri, indifferenti ai segnali di vita, di speranza e di resurrezione che si muovono in loro e  si irradiano attorno a loro.
Si sono rassegnati nel prendere la vita come viene, anche in questo tempo così difficile, a tal punto che si sono anche abituati a raccogliere solamente il loro “utile particulare” e, cosa peggiore, vivono del “si è sempre fatto così” e “del come prima”, senza aver imparato nulla, neanche da questa pandemia.
Maria Maddalena si è premurata di ricordarmi che costoro, pur avendo incontrato il Risorto nella vita sacramentale, nell’Eucarestia, nella Messa, – cosa assai grave – non ne hanno tratto alcun beneficio.
Anzi. Sono diventati così paghi di atti di culto formali, che non si sognano di portarli più nella vita quotidiana, in famiglia, tra i colleghi di lavoro, con gli amici.
Questo genere di cristiani vive, come se Cristo non fosse risorto al punto tale che non alzano più la testa, non si guardano attorno e non cercano né ascoltano semi di vita, di speranza e di resurrezione in loro e negli altri cristiani che gli camminano a fianco nell’avventura della esistenza quotidiana. Non pensano altro che a stordirsi di chiacchiericcio, di vuote parole, di luci effimere, di effetti speciali temporanei e quant’altro.
Nemmeno l’esperienza dei discepoli di Emmaus li ha confermati. Infatti, anche quei discepoli erano tristi, disperati e camminavano con gli occhi bassi, per gli eventi di Gerusalemme riguardanti il Crocifisso, ma allo «spezzare del Pane» avevano riconosciuto il Risorto che, pellegrino, si era fatto loro compagno di viaggio e avevano saputo riconoscerlo presente a tal punto che, rincuorati, avevano esclamato tra loro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?» (Lc 24, 33).
Maria Maddalena, per questo, ha aggiunto di non perdermi troppo a lungo tra questi segni di morte.
A tal proposito, mi ha ricordato una frase piuttosto lapidaria che Gesù rivolse ai suoi discepoli: «lascia che i morti seppelliscano i loro morti» (Mt 8,18).
Maria Maddalena mi ha indirizzato così altrove, ricordandomi quello che l’angelo aveva fatto con lei e con gli altri che erano accorsi quel mattino al sepolcro e, vistolo vuoto, impauriti e spaventati, sembravano non aver compreso la voce del messaggero celeste a loro rivolta: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto» (Lc 24,5-6).

Semi di Resurrezione
Maria mi ha raccontato così la sua esperienza fatta di vita, di speranza e di resurrezione.
Maria Maddalena mi ha indicato quei semi di speranza e di resurrezione, nel volto di quei cristiani  come lei, che, se, all’apparenza, stanno anche loro a capo chino, nella realtà lo fanno solo per sapere dove mettono i piedi, ma questo non li ostacola ad avere il coraggio di alzare gli occhi verso il mondo che li circonda, verso le persone con cui vivono, verso l’azzurro del cielo, proprio perché hanno fatto dell’Eucarestia donata non un atto di culto formale, ma il reale seme di resurrezione, che ha preso corpo nella loro esistenza quotidiana.
Maria Maddalena ha sottolineato che tutto, ma proprio tutto, è importante per queste persone, perché sanno che il mondo è abitato da promesse che diventano speranze reali e concrete.
Promesse, per le quali il mondo non è solo un deserto avaro di frutti, ma può essere anche un campo ubertoso, dove si scorgono semi e frutti di bene, doni del Risorto. Promesse, per le quali le persone che abitano questo mondo non sono proprio tutte nemiche, sempre pronte ad attentare all’esistenza, ma sono anche capaci a tendere la mano, sull’esempio del Risorto.
Maria Maddalena mi ha ricordato, infine, le parole che papa Francesco, successore dell’apostolo Pietro, Maria Maddalena mi ha ricordato, infine, le parole che papa Francesco, successore dell’apostolo Pietro, ha pronunciato ieri sera e mi ha invitato a ripetervele:
«Ecco il primo annuncio di Pasqua…: è possibile ricominciare sempre, perché sempre c’è una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i nostri fallimenti.
Anche dalle macerie del nostro cuore … Dio può costruire un’opera d’arte, anche dai frammenti rovinosi della nostra umanità Dio prepara una storia nuova.
Egli ci precede sempre: nella croce della sofferenza, della desolazione e della morte, così come nella gloria di una vita che risorge, di una storia che cambia, di una speranza che rinasce.
E in questi mesi bui di pandemia sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare, a non perdere mai la speranza.»
(Franciscus, Pp, Omelia veglia pasquale 2021).

Apostoli dell’Apostola
Ecco.
Maria Maddalena mi ha detto questo e mi ha dato il mandato di ridirvelo, perché diventiate anche voi, inviati, cioè apostoli della prima Apostola, che, prima degli Undici Apostoli, vide e credette.
La condizione che renderà possibile la mia e vostra trasformazione in apostoli sarà semplicemente questa.
Se avremo anche noi il coraggio di alzare gli occhi e ad osare di guardare “al di là del nostro naso” per scorgere nella Galilea, che altro non è se non il nostro quotidiano, il Risorto che ci ha già preceduti, come aveva promesso, e ci attende a braccia aperte.
Buona Pasqua!

Padre Marco

Novara, 4 aprile 2021, Pasqua di Resurrezione