Il Corpus Domini nel magistero dei Papi: via di salvezza che viene da lontano

1263. Un sacerdote boemo in pellegrinaggio verso Roma si ferma a dire Messa a Bolsena. Mentre spezza l’ostia viene colto dal dubbio sulla presenza reale di Cristo in quel dischetto di farina. Improvvisamente, dall’ostia escono alcune gocce di sangue che macchiano il corporale di lino e alcune pietre dell’altare. Già nel 1215, nel IV Concilio Laterano, la transustanziazione era diventata dogma della fede. Ma dopo il miracolo del corporale, papa Urbano IV decide di estendere a tutta la Chiesa la Solennità del Corpus Domini, con la bolla Transiturus del 1264, collocando la festa il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste. Tutto parte, si potrebbe dire, dal cuore di Cristo, che nell’Ultima Cena, alla vigilia della sua passione, ha ringraziato e lodato Dio e, così facendo, con la potenza del suo amore, ha trasformato il senso della morte alla quale andava incontro. Il fatto che il Sacramento dell’altare abbia assunto il nome “Eucaristia” – “rendimento di grazie” – esprime proprio questo: che il mutamento della sostanza del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo è frutto del dono che Cristo ha fatto di se stesso, dono di un Amore più forte della morte, Amore divino che lo ha fatto risuscitare dai morti. Ecco perché l’Eucaristia è cibo di vita eterna, Pane della vita. Continua la lettura sul sito di Vatican News