Assetati di Dio. Omelia della vigilia di Pentecoste

Miei cari,

la Pentecoste, come ogni solennità della Chiesa presenta due liturgie diverse: la prima della vigilia; la seconda del giorno. Mi soffermo solo su questo versetto del vangelo della vigilia: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva». (Gv 7,37 e seg.). Che cosa significano queste parole?

1.

Gesù le pronuncia nell’ultimo giorno, il giorno della festa, quindi l’ottavo giorno, che corrisponde per noi alla domenica, la Pasqua di Resurrezione; ma pure ha il significato del giorno ultimo ed unico, quello della manifestazione finale, il giorno definitivo della salvezza e del giudizio finale, in cui il Cristo, Crocifisso e Risorto, apparirà nella gloria quale unico salvatore del mondo, senza alcun dubbio per nessuno.

2.

«Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me».

Gesù ci invita a dissetare la nostra sete di verità, di bontà, di bellezza, il nostro desiderio profondo e divino di verità assoluta, non ripiegato più su bisogni effimeri che si moltiplicano, invece di placarsi, ma espresso nell’aspirazione incommensurabile di felicità, che abita il cuore di ogni credente, dissetandosi alla fonte unica ed ultima di ogni nostra arsura: il Cristo di Dio. Dal suo fianco squarciato si effonderanno sangue ed acqua, simbolo dello Spirito effuso sui credenti, simbolo dei sacramenti che in questa terra ci restituisco l’ammirabile presenza del Risorto e della sua pace, ma che diventano il pegno dell’immortalità futura.

3.

«Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva».

Colui che vive di Dio non può che irradiare Dio stesso dal suo grembo. Anzitutto ad irradiarlo è Gesù, il Cristo di Dio, che innalzato fra cielo e terra, orienta tutto l’universo su di lui. Ma, poi, tutti i credenti, che nutrendosi di Cristo, vivendo di Lui, irradiano come luci nell’oscurità delle tenebre, la fiamma unica del Risorto.È il mistero della salvezza che ci rende compartecipi di questa gloria, che ora nella fede, nell’amore e nella speranza viviamo parzialmente in questo tempo e in questo spazio, ma che, quando il tempo e lo spazio finiranno, portati a compimento, contempleremo senza alcuna barriera, perché Dio sarà tutto in tutti.

Questa sia la nostra pace e la nostra gioia.

Vi abbraccio e vi benedico.

Vostro Padre Marco.