100 luoghi, 100 lettori per leggere contemporaneamente i 100 canti della Divina Commedia il 12 settembre alle 21 a Novara. Anche la nostra Parrocchiale ospiterà il Sommo Poeta

Molte città italiane si stanno organizzando eventi per proporre una lettura integrale della Divina Commedia, dalla mattina a notte inoltrata.  Anche Novara  partecipa alla “lettura” di Dante  alle 21 di domenica 12 settembre  100 cittadini leggeranno contemporaneamente, in 100 luoghi, tra i quali la nostra chiesa Parrocchiale di Santa Rita. Durante le letture nei diversi luoghi saranno registrati piccoli spezzoni di video che concorreranno poi al montaggio di un breve film a racconto dell’evento. A conclusione della serata ci si ritroverà tutti nel cortile del castello per la conclusione  che rimanga a ricordo della giornata. «Sarà un modo spettacolare e partecipativo – scrivono gli organizzatori –  per anticipare la giornata successiva del 13 settembre, data universalmente indicata come quella della morte di Dante. Cento luoghi della città diventeranno piccoli spazi teatrali per raccontare l’immensa opera dantesca conosciuta in tutto il mondo: le chiese dei quartieri ma anche i cortili di abitazioni private, le piazze del centro o di periferia ma anche i luoghi simbolo della cultura, la biblioteca, il castello con i suoi ampi spazi restaurati, i portici del centro ed anche i suoi negozi, i teatri ed i cinema e molto altro. Cento luoghi che offrono una visione globale del tessuto cittadino. Cento luoghi e cento lettori; protagonisti della vita culturale novarese, semplici cittadini, giovani delle scuole, anziani dei centri e delle case di riposo, tanti volti di Novara che rendono omaggio alle parole dello scrittore toscano. Non importa la dizione, non importa se si è del mestiere; importa che la città tutta, contemporaneamente alle nove di sera, in cento luoghi diversi raccolga la voce di cento suoi cittadini per far diventare la Divina Commedia un canto unico levato al cielo. Tutta la città ne canta». Ma ha senso oggi riproporre la lettura della Divina Commedia? Gli organizzatori rispondono affermativamente, dicendo che «probabilmente ci troviamo “in una selva oscura”, oggi più che mai, che necessita di parole di salvezza per superare quel “non senso” in cui siamo immersi giorno dopo giorno in questa pandemia mondiale che ha cambiato il nostro modo di vivere. Il viaggio di Dante è anche il nostro viaggio, il cammino della vita di ogni uomo; abbiamo bisogno che qualcuno ci prenda per mano e ci aiuti a recuperare il bene e l’amore per superare la fatica di ogni giorno. Dante può farlo; forse sa raccontare di noi meglio di noi stessi e può diventare il nostro Virgilio. D’altra parte nella lettera che scriveva a Cangrande della Scala per inviargli il manoscritto del Paradiso gli annotava che il fine della Commedia è quello di “Removere viventes in hac vita de statu miserie et perducere ad statum felicitatis”, togliere, cioè,  tutti noi dalla condizione di tristezza e accompagnarci verso la felicità. Ne abbiamo decisamente bisogno!»