Domenica 7 novembre si inaugurano la facciata ovest e il pilone votivo per le vittime della pandemia
Saranno inaugurati domenica 7 novembre, 75ma giornata nazionale del ringraziamento per i frutti della terra, dopo la messa delle ore 11,15, il pilone votivo dedicato al ricordo delle sofferenze legate al tempo della pandemia e la facciata ovest, i lavori della quale sono terminati questa settimana.
LA FACCIATA OVEST
Dopo la rimozione degli elementi più pericolosi lo scorso mese di aprile, demolite le rimanenti parti fatiscenti e ricostruite le parti mancanti in calcestruzzo con malte antiritiro della Keracoll, sono state completate le rasature di tutti i manufatti in cemento con rasante fibro-rinforzata. Gli esterni della chiesa parrocchiale si presentano così tutti messi in completa sicurezza e concludono i lavori iniziati nel 2017 con il risanamento delle parti est, sud e nord e del portico sul lato orientale. A breve inizieranno anche i lavori alla scalinata di ingresso, ormai non più procrastinabili per la sicurezza di coloro che accedono all’edificio. Vai alla gallery
IL PILONE VOTIVO
Il pilone votivo è, invece, diretto non solo a rammentare il tempo drammatico vissuto e a suffragare i defunti della parrocchia, periti a causa del Covid, ma anche a riqualificare l’area a nord-ovest alla parrocchiale, lasciata a se stessa e divenuta di dominio degli animali domestici per la maleducazione dei rispettivi padroni. Il manufatto si mostra molto semplice ed è costituito da una colonnetta in muratura, chiusa alla base e al colmo dal serizzo, sulla quale è stato collocato il busto della Vergine addolorata, regalato alla parrocchia un decennio fa. Due epigrafi la completano. La prima, dedicatoria, rigorosamente in latino come tradizione vuole, che tradotta recita così: «Alla Vergine Madre Addolorata, i Santaritesi, supplici, posero durante la pandemia universale nell’anno 2021». La seconda, esortativa, in italiano e posta sul fronte, invece, è di monito a tutti coloro che sosteranno davanti ad essa; cita il passo evangelico lucano in cui Gesù, prima della passione, dice ai suoi apostoli: «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc 19,40) e, immediatamente sotto: «Perché non dimentichiamo mai», ricordando l’esortazione di papa Francesco che «peggio di questa crisi ci sarebbe solo il dramma di sprecarla». A corredo sarà completato il giardino con roseti, che richiamano sia la patrona Rita, che ha come simbolo la rosa, sia il Rosario, recitato da tante famiglie della comunità durante il lockdown in assenza di celebrazioni pubbliche; quindi sei cespugli di Abelia e, lungo le anse della facciata ovest, sarà piantata una siepe di Calicanto, a simboleggiare, che comincia il tempo della speranza, della fioritura e della rinascita comunitaria. Vai alla gallery