5 Domande a Elena Bonetti “Serve il coraggio della politica per «fare nuove le cose»”

Grazie per avermi ricevuto. Le vorrei subito chiedere, pensandola anche nelle vesti di professoressa universitaria, se ci sono parole e progetti nuovi che possano coinvolgere le giovani generazioni e come possiamo aiutarle in concreto a prendersi responsabilità politica, ricostruire le loro città, dare speranza al loro domani, ripensarsi in un noi sociale che va oltre l’individualismo in cui rischiamo di farle crescere.

La parola che credo possa animare e liberare di più le energie delle nuove generazioni è “coraggio”, perché direziona lo spirito e l’intelligenza in una prospettiva di futuro, in uno sguardo in avanti. È una parola che necessita di un processo di piena consapevolezza e adesione, perché chiede di avere una passione grande di cui prendersi cura, in cui mettere il cuore. Credo sia questo l’elemento chiave per rianimare la speranza collettiva che è interpretata dalle nuove generazioni. In una società, i giovani sono quelli che hanno la percezione dell’avvenire, di quello che deve ancora arrivare. Sono come le rondini, lo diceva La Pira. In questa percezione, lo scatto da fare è riconoscere che quel tempo del futuro vale la pena dell’investimento di un progetto di vita: questo è l’atto del coraggio. Credo che in particolare per questa generazione la frase chiave sia «fare nuove le cose», che è qualcosa di più – e di più profondo – del cambiamento e non è semplicemente uno svoltare: è la realizzazione di un percorso di trasformazione storica, un percorso di concretezza che sa interpretare la novità del tempo che prosegue. È riconoscere un’identità, una comunità, un percorso che dobbiamo saper far proseguire e farlo nel tempo della novità che è il domani. Continua la lettura dell’ intervista a Elena Bonetti Ministra per le pari opportunità e la famiglia di Francesco Occhetta, sul sito di Comunità di Connessioni