Riorientarsi nella crisi

In politica le crisi sono fisiologiche e non patologiche, ma per superarle occorre distinguere il merito, il metodo e le intenzioni che le nutrono. L’alleanza di governo, nata contro le elezioni anticipate, non si è trasformata a favore di un progetto comune. È mancata la volontà di dialogare se pensiamo che i leader politici si sono seduti una sola volta insieme. Nel merito Italia Viva ha “gridato” alcuni punti legittimi da chiarire come ad esempio il Mesper rilanciare la sanità, mentre il Pd li ha solo sussurrati. Nel metodo però la scelta di ritirare la propria rappresentanza di Governo contraddice il merito di migliorare ciò che si chiedeva. Per questo rimane un’incognita comprendere per l’opinione pubblica le intenzioni morali che hanno ispirato la scelta. Il Paese ne esce indebolito, bastava raccogliere l’invito del Presidente Sergio Matterella per ritrovare l’unità nel rispetto delle differenze. L’azione di governo si è indebolita, mentre il mondo cattolico può essere enzima per ricomporre la crisi. Ha il compito di custodire il metodo democratico, ispirare il Recovery plan attraverso un nuovo modello di sviluppo integrale, riconciliare le tensioni tra credenti impegnati in politica, dare speranza senza alimentare le paure. È in gioco il futuro del Paese. Nel 1959 Moro aveva parlato di “convergenze parallele”, un ossimoro per dire che due o più partiti convergono su alcuni punti di programma, mantenendo una distanza nella linea politica. Ogni crisi porta con sé dolore e costi, ma potrebbe essere la via possibile per salvare il Paese. La politica di questi ultimi venticinque anni è arrivata al capolinea con gli stratagemmi individuali, le pulsioni antidemocratiche e l’attesa messianica dell’uomo forte. Continua la lettura dell’editoriale di Francesco Occhetta sul sito di Comunità di Connessioni