Avvisi dal 25 ottobre al 2 novembre 2020
Miei cari,
assistiamo tutti in questi giorni ad una crescita di allarme e di incertezza per l’aumento del contagio. Tutti quanti abbiamo un compito importante: aiutarci a vivere con prudenza, osservando i protocolli sanitari richiesti, ma anche con serenità, con fiducia nel Signore e con capacità di relazioni e aiuto reciproco. Evitiamo perciò il diffondersi non solo di comportamenti pericolosi ma anche di timori esagerati che possano portare ad una corrosione profonda della salute mentale ed emotiva delle persone. Le ragioni della fede per noi cristiani sono le ragioni della vita: Dio non ci abbandona e ci invita a fare altrettanto, soccorrendo con gesti di prossimità chi ha bisogno. Mi vengono alla mente queste parole di San Giovanni Paolo II, la cui memoria abbiamo celebrato lo scorso 22 ottobre: «Chi prega non si scoraggia neppure davanti alle difficoltà più gravi, perché sente Dio accanto e trova rifugio, serenità e pace tra le sue braccia paterne». Così, seppur con uno stile differente occorre continuare a vivere senza rinchiudersi in se stessi. Perciò non si deve interrompe la vita parrocchiale, con le celebrazioni e con gli incontri previsti, tutti svolti in piena conformità con i protocolli sanitari come da indicazioni della diocesi. In particolare:
I. Incontri
domenica 25 ottobre ore 16,30: 1° incontro 0-6 anni in chiesa parrocchiale e salette oratorio (prenotazione obbligatoria)
martedì 27 ottobre ore 21: Giunta del Consiglio pastorale in casa parrocchiale
giovedì 29 ottobre ore 21: Corale parrocchiale in cappellina
II. Celebrazioni
mercoledì 28 ottobre Ss. Simone e Giuda: ore 18,30 Santa Messa
domenica 1° novembre, Solennità di Ognissanti: messe all’orario festivo
lunedì 2 novembre, Commemorazione di tutti i fedeli defunti: quest’anno sono previste due celebrazioni eucaristiche alle ore 10, per chi è a casa, e alle ore 21 per chi lavora
III. Ceroni benedetti
Come gli scorsi anni da sabato 24 ottobre saranno a disposizioni i ceroni benedetti per le famiglie da portare ai cimiteri, ricordando in particolare modo tutti coloro che sono morti a causa della pandemia.
IV. Indulgenze per i defunti
Possiamo acquistare a favore delle anime del Purgatorio l’indulgenza plenaria (una sola volta) dal mezzogiorno del 1° novembre fino a tutto a tutto il giorno successivo vistando una chiesa e recitando il Credo e il Padre Nostro. Sono inoltre da adempiere queste tre condizioni: confessione sacramentale Questa condizione può essere adempiuta parecchi giorni prima o dopo. Con una confessione si possono acquistare più indulgenze plenarie, purché permanga in noi l’esclusione di qualsiasi affetto al peccato, anche veniale; comunione eucaristica; preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice recitando Padre Nostro e Ave Maria. La stessa facoltà alle medesime condizioni è concessa per tutto il mese di novembre al fedele che devotamente visita il cimitero e anche soltanto mentalmente prega per i fedeli defunti
V. il suffragio e l’indulgenze: che cosa significano
La ricorrenza della Commemorazione dei Fedeli Defunti, suscita in tutti noi il ricordo di chi ci ha lasciato e il desiderio di rinnovare nella preghiera quegli affetti che con i nostri cari ci hanno tenuto uniti durante la loro vita terrena. E’ ciò che esprimiamo con il termine suffragio, parola che deriva dal verbo latino suffragari che significa: soccorrere, sostenere aiutare. In vari modi la Chiesa ci insegna che possiamo suffragare le anime dei nostri cari defunti: con la celebrazione di Sante Messe, con i meriti che acquistiamo compiendo le opere di carità, con l’applicazione delle indulgenze.
In particolare su questa pratica, ultimamente un po’ trascurata, vogliamo soffermare il nostro pensiero. La teologia cattolica insegna che ogni nostro peccato ha una duplice conseguenza genera una colpa e comporta una pena. Mentre la colpa, che possiamo concepire come la rottura o il deturpamento dell’amicizia con Dio, è rimessa dall’assoluzione sacramentale nella confessione, (attraverso la quale Dio cancella l’offesa ricevuta), la pena permane anche oltre l’assoluzione. Allontaniamo da noi ogni pensiero che si tratti di una castigo che Dio infligge. La pena di cui parliamo è una conseguenza che deriva dalla natura stessa del peccato, che oltre ad essere offesa a Dio è anche contaminazione e corruzione dell’uomo. Semplificando, pensiamo ad una ferita: anche dopo che ha smesso di sanguinare continua a darci dolore, ed è un punto debole: basta un piccolo urto perché riprenda l’emorragia. Il nostri corpo deve faticare per ricostruire il tessuto nella sua integrità e solo allora possiamo dirci veramente guariti. Il peccato è una ferita dell’anima e anche dopo il nostro pentimento e l’assoluzione sacramentale rimane come una debolezza, siamo più fragili, più soggetti a ricadere proprio dove siamo già caduti, rischiamo che quella ferita non pienamente rimarginata, si riapra proprio nello stesso punto. Le indulgenze che possiamo acquistare anche per noi stessi sono come un medicamento cicatrizzante, ci confermano nel proposito di rinnegare il peccato e sanciscono la nostra volontà di aderire pienamente al progetto di Dio. Ora noi non possiamo certamente dubitare della volontà di Dio di riammetterci alla sua piena comunione, ma dobbiamo dubitare delle nostre capacità a staccarci completamente dal peccato e da ogni affetto malsano; è necessario un lungo cammino di conversione e di purificazione. La pena temporale non è quindi da concepire come una vendetta di Dio ma come il tempo necessario a noi per rigenerare la nostra capacità di amare Dio sopra ogni cosa. Questa pena temporale esige d’essere compiuta in questa vita come riparazione, o in Purgatorio come purificazione. Nel cammino terreno il cristiano dovrà quindi vedere come mezzi di purificazione, che facilitano il cammino verso la santità: le varie prove e la sofferenza stessa, l’impegno nelle opere di carità, la preghiera, le varie pratiche di penitenza e, non ultimo, l’acquisto delle indulgenze.
E’ a questo punto necessario introdurre un altro elemento importante per la comprensione delle indulgenze che applichiamo ai nostri defunti. In questo cammino di perfezione e di purificazione non siamo soli, ma come i rocciatori impegnati in una scalata siamo legati gli uni agli altri da un legame invisibile, ma reale, che la Chiesa chiama Comunione dei Santi. Abbiamo infatti la consapevolezza di appartenere alla stessa famiglia dei figli di Dio e la certezza che quanto ognuno di noi opera o soffre, in comunione con Cristo e come offerta a Padre, produce frutti di bene a favore di tutti.
In questo contesto possiamo affermare l’importanza delle preghiere di suffragio e le indulgenze con le quali soccorriamo i nostri defunti, abbreviando i tempi della loro purificazione. Consideriamo quindi un’opera altamente meritoria ricordare coloro che ci hanno fatto del bene, continuare a sentirci a loro vicini e solidali nel cammino di purificazione che stanno compiendo nel Purgatorio. E ancora più meritevole appare poi la preghiera rivolta a Dio per le anime più abbandonate e più bisognose delle sua Misericordia, quella devozione alle Anime Sante del Purgatorio che purtroppo sopravvive solo nelle persone più anziane. Non è da ritenersi cosa superata l’applicazione di Messe e suffragi in favore di chi pure non abbiamo conosciuto direttamente, quelle preghiere rivolte a Dio per le anime che attualmente si trovano in uno stato di attesa e di bisogno; un modo per farsi amici, come direbbe Vangelo, che “ci accolgano un giorno nelle dimore eterne”.