Giornata del Creato. Il Papa: dalla crisi impariamo nuovi modi di vivere
Un tempo sacro per ricordare, ritornare, riposare, riparare e rallegrarsi. È Giublleo, il concetto, la parola chiave, il filo rosso che unisce e fa da guida al Messaggio del Papa per la VI Giornata mondiale di preghiera per il Creato, che si celebra oggi. Un richiamo al 50° anniversario, che cade appunto nel 2020, del Giorno delle Terra e che riprende il tema, “Giubileo della terra”, scelto dalle Chiese cristiane per il Tempo del Creato, un periodo, dal 1° settembre al 4 ottobre, in cui impegnarsi in modo speciale nella preghiera e nell’azione per la salvaguardia della casa comune. Punto di partenza della riflessione di Francesco è però la Sacra Scrittura, in particolare il celebre versetto del Levitico: «Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo» (Lv 25,10). Un passo attorno al quale si articola la riflessione sui vari significati del Giubileo. Che è tempo «per ricordare», per «fare memoria della vocazione originaria del creato ad essere e prosperare come comunità d’amore» che esiste «solo attraverso le relazioni: con Dio creatore, con i fratelli e le sorelle in quanto membri di una famiglia comune, e con tutte le creature che abitano la nostra stessa casa». Ma strettamente legato al tema della memoria è il concetto di Giubileo come tempo del ritornare, per «tornare indietro e ravvedersi». C’è infatti bisogno, sottolinea il Papa, di risanare le relazioni danneggiate, di ricostruire i legami «che ci univano al Creatore, agli altri esseri umani e al resto del creato». In questo senso, il Giubileo «ci invita a pensare nuovamente agli altri, specialmente ai più poveri e ai più vulnerabili. È un tempo «per dare libertà agli oppressi e a tutti coloro che sono incatenati nei ceppi delle varie forme di schiavitù moderna, tra cui la tratta delle persone e il lavoro minorile». E di pari passo va l’ascolto della terra, il battito della creazione soffocato dai troppi comportamenti sconsiderati. «La disintegrazione della biodiversità, il vertiginoso aumento dei disastri climatici, il diseguale impatto della pandemia in atto sui più poveri e fragili sono» in questo senso «campanelli d’allarme di fronte all’avidità sfrenata dei consumi». Continua la lettura sul quotidiano Avvenire