Papa all’Angelus: aderire al Vangelo è donarsi con generosità

Servizio e gratitudine – non interessi personali, attaccamenti familiari o alla carriera – sono i tratti distintivi della vita cristiana. Lo dimostrano i tanti volontari e non solo che, in tempo di pandemia, stanno portando la croce per il bene di tutti. Francesco ne parla commentando la pagina del Vangelo alla vigilia della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, cui lo stesso Pontefice rimanda congedandosi dai fedeli

È esigente il Vangelo della XIII Domenica del tempo ordinario e nello stesso tempo ci ricorda un tratto distintivo della vita cristiana che è il dono di sé con apertura, accoglienza e gratitudine. Sono questi due aspetti al centro della riflessione che Papa Francesco fa precedere alla recita dell’Angelus oggi, vigilia della Solennità dei Santi Pietro e Paolo. Nelle pagine di Matteo al capitolo 10, 37-42 risuona forte infatti l’invito ad aderire “in pienezza e senza tentennamenti” al Signore, ad accogliere radicalmente il Suo progetto su di noi e la Sua parola, a “prendere sul serio” le esigenze evangeliche anche quando ciò richiede sacrificio e fatica”. La prima richiesta esigente è “di porre l’amore verso di Lui al di sopra degli affetti familiari”. Sta scritto nel Vangelo «Chi ama padre o madre, […] figlio o figlia più di me non è degno di me»: ciò non significa, spiega Francesco,”sottovalutare” i legami familiari, ma viverli in modo “purificato” evitando che, messi al primo posto, possano “deviare dal vero bene”. Continua la lettura dell’articolo di Gabriella Ceraso sul sito di Vatican News