Udienza generale. Il Papa: non condannare ma intercedere anche per i più grandi peccatori
Pregare per le persone, nonostante le loro mancanze o la loro lontananza da Dio. E’ il forte invito che Papa Francesco rivolge stamani nella catechesi dell’udienza generale sempre dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico. Proseguendo le catechesi sulla preghiera, dopo la figura di Giacobbe, la scorsa settimana, oggi è la volta di Mosè, con particolare riferimento all’episodio del vitello di metallo fuso, composto con i pendenti d’oro quando Mosè tardava a scendere dal Sinai. Tanto amico di Dio da potergli parlare “faccia a faccia”, non fu un condottiero dispotico ma mansueto e “resterà tanto amico degli uomini da provare misericordia per i loro peccati, per le loro tentazioni, per le improvvise nostalgie che gli esuli rivolgono al passato, ripensando a quando erano in Egitto”. Nostro intercessore, Mosè è stato “il più grande profeta di Gesù”, che “è il pontifex, è il ponte fra noi e il Padre. E Gesù – dice Francesco – intercede per noi, fa vedere al Padre le piaghe che sono il prezzo della nostra salvezza e intercede”. Mosè quindi ci sprona a intercedere per il mondo, a pregare con il medesimo ardore di Gesù. Continua la lettura dell’articolo di Debora Donnini sul sito di Vatican News