Francesco: la libertà di coscienza sia rispettata sempre e dovunque

Ricordando l’odierna “Giornata della Coscienza”, ispirata alla testimonianza del diplomatico portoghese Aristides de Sousa Mendes, Francesco ha auspicato che ogni cristiano possa “dare esempio di coerenza con una coscienza retta e illuminata dalla Parola di Dio”
Un testimone della libertà di coscienza, valore da “rispettare sempre e comunque”. All’udienza generale, dopo la catechesi, Francesco si è soffermato su questo tema lanciando un accorato appello: “Ricorre oggi la ‘Giornata della Coscienza’, ispirata alla testimonianza del diplomatico portoghese Aristides de Sousa Mendes, il quale, ottant’anni or sono, decise di seguire la voce della coscienza e salvò la vita a migliaia di ebrei e altri perseguitati. Possa sempre e dovunque essere rispettata la libertà di coscienza; e possa ogni cristiano dare esempio di coerenza con una coscienza retta e illuminata dalla Parola di Dio”. Le parole del Pontefice si sono intrecciate con la storia di Aristides de Sousa Mendes, un diplomatico portoghese nato nel 1855 a Cabanas de Viriato in una famiglia aristocratica. Nel 1940, poco dopo lo scoppio della Seconda Guerra mondiale, viene nominato console di Bordeaux, in Francia. Davanti ai suoi occhi vede una miriade di profughi, tra cui molti ebrei, in cerca di scampo dalla furia omicida nazista. L’ordine che arriva dal governo di Lisbona, guidato da António de Oliveira Salazar, è di negare il visto a “stranieri di nazionalità indefinita, contestata o disputata”. E anche ad apolidi e “ad ebrei, che sono stati espulsi dal Paese di origine o dallo stato di cui hanno la cittadinanza”. Ma Aristides de Sousa Mendes rilascia, in particolare agli ebrei, visti per permettere loro di entrare in un Paese neutrale come il Portogallo. Continua la lettura dell’articolo di Amedeo Lomonaco  sul sito di Vatican News.