Guerrero: quello della Santa Sede è un bilancio di missione

Intervista con il Prefetto della Segreteria per l’Economia: il Vaticano non rischia il default, non siamo un’azienda e non tutto può essere misurato come deficit. Viviamo grazie all’aiuto dei fedeli e paghiamo 17 milioni di euro l’anno di tasse all’Italia. Lavoriamo per un sistema trasparente e per la centralizzazione degli investimenti
Da pochi mesi Prefetto della Segreteria per l’Economia, chiamato da Papa Francesco a portare a termine una riforma che punta alla trasparenza economica della Santa Sede e a un uso sempre più efficiente dei beni e delle risorse che sono al servizio della sua missione evangelizzatrice, padre Juan Antonio Guerrero Alves si trova ora a doversi confrontare con la crisi causata dal Covid-19. E questa è una intervista che non avrebbe voluto fare. “Non peraltro – spiega – ma perché penso che nella Chiesa siano altre le cose importanti. E perché avrei voluto aspettare ancora prima di parlare. Ma questo tempo è una sfida per tutti. Dunque anche per noi. E richiede chiarezza”. Padre Guerrero, la settimana scorsa si è tenuto un incontro Interdicasteriale dedicato alla situazione finanziaria dello Stato della Città del Vaticano e della Santa Sede. Può dirci qual è la situazione? Tutto il mondo sta attraversando una crisi caratterizzata da due fattori: dalla sua eccezionalità e dall’incertezza sulla sua durata. Quello che stiamo vivendo è un tempo unico. Un tempo difficile che ci pone davanti alle nostre responsabilità. Dobbiamo trovare il modo per assicurare la nostra missione. Ma dobbiamo anche capire cosa è essenziale e cosa non lo è. Allo stesso modo non tutto può essere misurato solo come deficit, e nemmeno come mero costo, nella nostra economia. Continua la lettura dell’intervista di Andrea Tornielli sul sito di Vatican News