Nuovo testo del Padre Nostro: non si userà sino all’uscita del Messale

Pubblichiamo di seguito una nota di chiarimenti e indicazioni a cura dell’Ufficio diocesano Catechesi e liturgia a proposito della nuova formula del Padre Nostro, contenuta nel testo del Messale Romano in italiano approvato dall’Assemblea Cei dello scorso novembre e il cui testo è ora in attesa dell’approvazione da parte della Santa Sede.

Premesse

Nella versione italiana della Bibbia, approvata ufficialmente dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) nel 2008, la penultima richiesta del Padre Nostro suona così: «E non abbandonarci alla tentazione». Questa nuova versione, subito recepita dalla rinnovata edizione italiana del Lezionario romano, non è ancora entrata nell’ordinamento romano della Santa Messa in lingua italiana in attesa della nuova edizione del Messale romano e del Messale ambrosiano. Durante l’ultima assemblea generale della Cei, tenutasi a Roma dal 12 al 15 novembre 2018, i Vescovi Italiani hanno approvato l’edizione italiana rinnovata del Messale romano, che per essere promulgata ed entrare in vigore dovrà prima passare dalla Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti per la necessaria «confirmatio» (can. 838 §3). Tra gli elementi approvati c’è anche il mutamento da «e non ci indurre in tentazione» a «e non abbandonarci alla tentazione» della sesta richiesta del Padre Nostro e l’inserzione di «anche» («come anche noi li rimettiamo») nella richiesta immediatamente precedente. In tal modo il Messale si uniformerà al Lezionario e andrà a modificare la stessa recitazione della preghiera del Signore al di fuori della Santa Messa. Alla base di questo mutamento testuale che, andando a toccare l’uso liturgico, è destinato a modificare anche l’apprendimento mnemonico e la pratica della preghiera del Signore al di fuori della Santa Messa, sta l’intento di superare un possibile fraintendimento del testo finora in uso, che papa Francesco ha riassunto così: «Non è Dio che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto, un padre non fa questo, un padre aiuta ad alzarsi subito» (a questo link un’intervista a Tv2000 del Santo Padre che spiega il senso di questo passaggio)

Indicazioni

Fino all’entrata in vigore della nuova edizione del Messale romano si continuerà a pregare il Padre Nostro con il testo attualmente in uso («e non ci indurre in tentazione»). Non è fissata, al momento, una data certa; è possibile stimare però un arco di uno, o due anni per l’approvazione definitiva del nuovo testo. Dal momento che la preghiera liturgica è preghiera ecclesiale, destinata cioè a manifestare l’unità e la comunione di tutti i fedeli, a nessun singolo sacerdote e a nessuna singola comunità (parrocchia, comunità religiosa, gruppo, associazione, movimento, ecc…) è data facoltà di introdurre la nuova versione prima della promulgazione ufficiale del Messale rinnovato. Ciò infatti potrebbe alimentare incomprensioni sia all’interno delle comunità, sia tra le comunità. Nel frattempo, è importante istruire i fedeli, dai piccoli ai grandi, insegnando loro la variante del testo e illustrando loro il significato del cambiamento annunciato, così che, al momento opportuno, siano pronti ad assumere con cognizione di causa e in un clima sereno il cambiamento.

Don Flavio Campagnoli
direttore dell’Ufficio diocesano catechesi e liturgia
Don Lorenzo Marchetti
collaboratore per la liturgia dell’Ufficio