Battesimi, Prima Confessione, Prime Comunioni e Cresime: le date del 2019

Sono state fissate le date delle celebrazioni comunitarie dei Battesimi e delle della Prima Eucarestia Battesimale (Prime Comunioni) per i fanciulli di IV elementare.

I Battesimi saranno celebrati in forma comunitaria (salvo diversa disposizione) nelle seguenti domeniche: 10 febbraio ore 15,30; 20 aprile Veglia pasquale ore 21; 21 aprile Domenica di Pasqua ore 11,15; 28 aprile ore 15,30; 2 e 9 giugno  ore 15,30; 29 settembre ore 15,30; 17 novembre ore 15,30.

La Prima Confessione  per i fanciulli di III elementare, il sabato 30 marzo, alle 16,30, vigilia della IV domenica di Quaresima, detta della Letizia (Laetare).

Le  Prime Comunioni nel tempo pasquale nelle messe delle comunità del 5 e del 12 maggio, alle ore 11,15.

Le Cresime dei ragazzi di fine percorso dell’Iniziazione cristiana saranno il 13 ottobre alle ore 16

«Comunicare il Vangelo è, per la Chiesa, – scrivono i nostri vescovi nella Nota pastorale a riguardo dell’Iniziazione cristiana – il compito primario e fondamentale; è la grazia più grande e la sua più vera e intima identità. Ancora oggi Gesù suscita nel cuore di tutti gli uomini la fede e l’amore. Dall’incontro personale con Lui nasce in ciascuno la coscienza della propria fragilità e della propria condizione di peccato e, insieme, l’adesione al suo messaggio di salvezza, con il desiderio di diffonderlo nel mondo. 

La Chiesa affronta il compito di comunicare il Vangelo al mondo contemporaneo con la chiara consapevolezza che Cristo è la Verità, la definitiva e piena rivelazione di Dio e dell’uomo, e che da Lui ha origine il dono sorprendente della libertà. Il continuo e rinnovato ascolto del Verbo della vita, la contemplazione costante del suo volto permetteranno ancora una volta alla Chiesa di comprendere chi è il Dio vivo e vero e chi è l’uomo. L’uomo contemporaneo crede più ai testimoni che ai maestri, più all’esperienza che alla teoria, più ai fatti che alle parole. La prima e insostituibile forma di evangelizzazione è perciò la testimonianza della vita. È dunque con la vita ordinaria della comunità ecclesiale, con il suo stile fatto di accoglienza e di perdono, di povertà e di distacco; è con la presenza sollecita di pastori e fedeli, con l’esempio di famiglie cristiane e di comunità religiose, che gli umili discepoli del Signore, pur con tutti i limiti e i difetti umani, saranno apostoli credibili del suo Vangelo di verità, di libertà e di amore. In una parola, per evangelizzare occorre innanzi tutto la santità». Perciò, san Giovanni Paolo II nella Lettera  apostolica Novo millennio ineunte, al numero 30 sottolineava:  «La riscoperta della Chiesa come “mistero”, ossia come popolo “adunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito” (S. Cipriano, De dominica oratione, 23; cf. Lumen Gentium, 4), non poteva non comportare la riscoperta della sua “santità”, intesa nel senso fondamentale dell’appartenenza a Colui che è per antonomasia il Santo, il “tre volte Santo” (cf. Is 6,3). Professare la Chiesa come santa significa additare il suo volto di Sposa di Cristo, per la quale egli si è donato, proprio al fine di santificarla (cf. Ef5,25-26). Questo dono di santità, per così dire, oggettiva, è offerto a ciascun battezzato. Ma il dono si traduce a sua volta in un compito, che deve orientare l’intera esistenza cristiana»