Coraggio, Forza vitale, Creatività, confermazione. Omelia di Pentecoste 2020

Miei cari,

oggi l’intera liturgia della parola racconta quattro modalità con cui viene raccontata l’effusione dello Spirito.

1.

La prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli (At 2,1-11), lo descrive come «un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso».

Dunque, come forza impetuosa, capace di aprire i cuori degli Undici, che timorosi, stavano ancora chiusi nel Cenacolo. Lo Spirito irrompe in loro e dona loro il coraggio di uscire e chiamare all’Oltre, al dopo delusione e paura.

Così sia per noi: ancora nel vortice della pandemia riprendiamo questo coraggio, dono dello Spirito, per annunciare a tutti non solo la nostra voglia di vivere, ma la gioia di vivere cristianamente.

2.

Nel ritornello del Salmo abbiamo invece acclamato: «Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra».

Dunque, lo Spirito è come l’aria che respiriamo, limpida e pura, che porta vita all’intero universo creato. Non c’è angolo della terra, non c’è niente e nessuno che non senta la presenza dello Spirito. Anche il deserto è pieno di aria. Diversa, forse, ma abitata da questa forza vitale insopprimibile, che fa vivere, rinnova e santifica l’universo, come preghiamo nella Eucaristia.

Così sia per noi: in questo tempo è necessario, se non più di prima, averne il cuore ridondante e ossigenato, per cacciare i fumi cattivi del peccato e della morte.

3.

Il terzo modo è narrato da san Paolo nella prima lettera ai Corinti (1Cor 12,3-7.12-13): «Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune. Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti, noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito».

Lo Spirito, dunque, entra in ogni persona, mediante il battesimo, come dono diverso per ciascuno, come bellezza, come genialità per ribadire a ciascuno il suo posto nella comunità.

Così sia per tutti e per ciascuno: nessuno trovi alibi al disimpegno o alla sua presenza nella comunità tanto religiosa quanto civile: si sentirebbe e si vedrebbe il tassello mancante.

4.

Infine, nel Vangelo (Gv 20,19-23), lo spirito del Risorto è la conferma che Dio ha fiducia in noi e lo ribadisce, la sera di Pasqua, con caparbietà illogica e fiducia totale negli Apostoli, che si traduce nel mandato «come il Padre ha mandato me, io mando voi».

Voi come me. Voi e non altri. Anche se mi avete lasciato solo, io credo ancora in voi, e non vi mollo.

E poi, il Risorto rimette la palla in gioco: «alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo».

Ricevete il respiro di Dio. In quella stanza chiusa, in quella situazione asfittica, entra il respiro ampio e profondo di Dio, l’ossigeno del cielo. Di nuovo tutto è ricreato. E la grande avventura della Chiesa comincia, verso nuovi orizzonti, verso tutti i popoli, fin qui a Santa Rita.

Così sia per noi!

Buon cammino!

Vi abbraccio e vi benedico,

Vostro Padre Marco

Novara, 31 maggio 2020, Pentecoste