Il Papa: pace e fratellanza nel Mediterraneo, no alla retorica dello scontro di civiltà

La guerra è una follia a cui non ci si può rassegnare mai, non alzare muri e non accettare che si possa morire in mare senza soccorso. Così il Papa stamani ai circa 50 vescovi e patriarchi del Mediterraneo, durante la sua visita a Bari dove oggi si chiude l’Incontro “Mediterraneo frontiera di pace”
I cristiani sono chiamati ad essere “instancabili operatori di pace” nel Mare nostrum, lacerato da divisioni e diseguaglianze. La strada perché il Mediterraneo sia un luogo di pace è, infatti, quella del dialogo, della convivialità e dell’accoglienza, non dell’indifferenza o della paura che porta ad alzare difese “davanti a quella che strumentalmente viene dipinta come un’invasione”. Incontrando nella Basilica di San Nicola, vescovi e patriarchi  dell’area, riuniti fino a oggi a Bari, il Papa traccia la rotta da seguire per costruire relazioni di pace e di prosperità nel Mediterraneo, che in un contesto eterogeneo di culture è segnato da focolai di conflitto e dalle sofferenze di chi fugge dalle proprie terre. La bussola che indica è quella ricerca del bene comune che è “un altro nome della pace”, un impegno che non può essere disgiunto dall’annuncio del Vangelo. Pertanto, il Papa chiede ai cristiani di custodire il patrimonio della fede, e anche della pietà popolare, esperienza irrinunciabile, dice richiamandosi alla Evangelii nuntiandi di Paolo VI che cambiò il nome da religiosità a pietà. Da proteggere anche il patrimonio artistico che unisce contenuti della fede e la bellezza dell’arte, attraendo milioni di visitatori. Continua la lettura sul sito di Vatican News