«Alzati e cammina…», il prete diocesano come Pietro e Giovanni al Tempio di Gerusalemme

Un «miracolo di guarigione», compiuto dagli apostoli Pietro e Giovanni in un «contesto molto suggestivo», la porta Bella del Tempio di Gerusalemme. Un racconto, tratto dal terzo capitolo degli Atti degli Apostoli, che contiene i tratti «sufficienti per indicare a voi e a noi le dimensioni essenziali del ministero che, per le mani del vescovo e dei sacerdoti, riceverete dallo Spirito Santo e a cui parteciperete entrando nel presbiterio diocesano». Lo ha scelto il vescovo Franco Giulio per l’omelia che ha tenuto durante la celebrazione delle ordinazioni presbiterali che si è tenuta lo scorso sabato 15 giugno in cattedrale, nella quale cinque diaconi del seminario diocesano – don Riccardo Crola, don Alessandro Ghidoni, don Manuel Spadaccini, don Andrea Lovato e don Diego Lauretta – sono diventati preti. Il vescovo ha tracciato un’analisi del testo che ha sottolineato la risposta ai bisogni materiali – quelli del mendicante che chiede agli apostoli denaro -, ma anche quelli esistenziali, magari non esplicitati ma sempre più forti. E poi Lo stile e il modo di vivere la propria missione di Pietro e Giovanni, che non si muovono soli, ma in coppia per sostenersi e aiutarsi. E, infine, l’intervento che operano: donando una vita nuova al bisognoso, attraverso una Parola e un gesto che ricalca quello di Gesù. Con una sottolineatura, che guarda proprio al mendicante storpio ora guarito e ricomincia a camminare e che è rivolta a tutti i cristiani, ordinati e laici: «Noi al contrario siamo diventati cristiani seduti, che non hanno una direzione, non hanno più una mèta! Tutti i nostri santi patroni, al contrario, furono grandi camminatori: chi è venuto dalle isole greche, chi da altrove dell’Europa e comunque da lontano». E così, l’augurio del vescovo: «Auguro a voi di essere preti che aiutano gli altri a camminare. Oggi è davvero un augurio di cuore». Leggi il testo completo dell’omelia al link del sito diocesano.