Padre Marco – Lettera alle famiglie per la Pasqua 2019

(nella foto: Il nuovo ulivo regalato alla Parrocchia e posto nel giardino del battistero)

Cristo vive!
Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo.
Lettera alle famiglie per la Pasqua 2019

I.
«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita» (VC, 1)
Cari Amici,
faccio mie le prime parole, con le quali si apre l’esortazione apostolica Christus vivit del Santo Padre Francesco, per rinnovarvi i miei auguri per questa santa Pasqua 2019, la mia terza con voi. Nello specifico, questi desideri e questi auspici li desumo dal capitolo quarto della stessa esortazione apostolica. È il punto centrale, nel quale sono proclamate le tre grandi verità, che tutti abbiamo bisogno di «ascoltare sempre, più volte».
O meglio. Abbiamo bisogno di riviverle nell’ascolto sacramentale della liturgia che, attraverso la voce degli angeli, messaggeri di vita, seduti sulla pietra del sepolcro di Cristo, si rivolgono alle tremule donne, che al mattino di Pasqua giungono, tristi e disperate, alla tomba di Gesù per ungerne il corpo. Mentre si domandano, chi mai avrebbe tolto quella pietra, quel macigno della disperazione e della illusione, che ostacola ancora la dirompente potenza della Pasqua nel cuore, esse sentono proclamare dai messaggeri celesti: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». (Lc 24,5-6)
Così sia per noi.
Così sia tutte le volte che contro di noi sembrano abbattersi le onde di burrasca del Maligno!
Così sia tutte le volte che sembrano farsi presenti i venti della disillusione sino farci a respirare quell’aria mortifera, disgregatrice della speranza!
È quello il momento in cui la voce, calma e rincuorante, della milizia angelica celeste deve risuonare: «Non è qui, è risorto».
È quello il momento in cui deve spirare quella brezza primaverile del mattino di pasqua.
È quello il momento nel quale deve sorgere dirompente dal cuore il primo giorno della settimana, il dies Domini, che, irradiando i suoi colori, da aurora serena si completa nel  caldo sole di mezzogiorno.

II.
In questo annuncio «Cristo è risorto» nascono così queste tre verità: «Dio ti ama! Cristo è il tuo salvatore. Egli vive!» (CV, 130)
1. Dio ti ama!
Dio ti ama! È la prima verità pasquale.
«Se l’hai già sentito, non importa, voglio ricordartelo: Dio ti ama. Non dubitarne mai, qualunque cosa ti accada nella vita. In qualunque circostanza, sei infinitamente amato». (CV, 112)
«Forse l’esperienza di paternità che hai vissuto non è stata la migliore, … però quello che posso dirti con certezza è che puoi gettarti in tutta sicurezza nelle braccia del tuo Padre divino, di quel Dio che ti ha dato la vita e che te la dà in ogni momento. Egli ti sosterrà saldamente e, nello stesso tempo,
sentirai che rispetta fino in fondo la tua libertà». (CV, 113) «Per Lui tu sei realmente prezioso, non sei insignificante, sei importante per Lui, perché sei opera delle sue mani. Per questo ti dedica attenzione e ti ricorda con affetto. Devi avere fiducia nel ricordo di Dio: “la sua memoria non è un “disco rigido” che registra e archivia tutti i nostri dati, la sua memoria è un cuore tenero di compassione, che gioisce nel cancellare definitivamente ogni nostra traccia di male”. Non vuole tenere il conto dei tuoi errori e, in ogni caso, ti aiuterà ad imparare qualcosa anche dalle tue cadute. Perché ti ama. Cerca di rimanere un momento in silenzio lasciandoti amare da Lui. Cerca di mettere a tacere tutte le voci e le grida interiori e rimani un momento nel suo abbraccio d’amore». (CV, 115)
2. Cristo è il tuo salvatore.
Cristo ti salva. È la seconda grande verità pasquale! «Cristo, per amore, ha dato sé stesso fino alla fine per salvarti. Le sue braccia aperte sulla croce sono il segno più prezioso di un amico capace di arrivare fino all’estremo: “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (Gv 13,1). (CV, 118). Questa seconda verità diviene appello ad ogni nostra azione: «Guarda la sua Croce, aggrappati a Lui, lasciati salvare» (CV, 119). Questo amore che arriva alla croce supera tutte le nostre fragilità e contraddizioni. Anzi. Cristo scrive la sua storia di amore proprio «attraverso le nostre contraddizioni, fragilità e meschinità» (CV, 120). Cosicché, niente e nessuno è scartato dalla croce!
3. Egli vive!
Egli vive! È la terza delle verità di ogni Pasqua di Resurrezione. Gesù non è solamente un buon esempio del passato: sarebbe tutto vano in questo modo e in questo mondo. No! Invece, «Egli vive!». Dunque, «contempla Gesù felice, traboccante di gioia. Gioisci con il tuo Amico che ha trionfato. Hanno ucciso il santo, il giusto, l’innocente, ma Egli ha vinto. Il male non ha l’ultima parola. Nemmeno nella tua vita il male avrà l’ultima parola, perché il tuo Amico che ti ama vuole trionfare in te. Il tuo Salvatore vive» (CV, 126). Perciò, «se Egli vive, questo è una garanzia che il bene può farsi strada nella nostra vita, e che le nostre fatiche serviranno a qualcosa. Allora possiamo smettere di lamentarci e guardare avanti, perché con Lui si può sempre guardare avanti. Questa è la sicurezza che abbiamo. Gesù è l’eterno vivente. Aggrappati a Lui, vivremo e attraverseremo indenni tutte le forme di morte e di violenza che si nascondono lungo il cammino». (CV, 127).

III.
Ecco dunque le tre grandi verità che traboccano dal nostro cuore ancora oggi, poi domani e, ancora, per sempre: «Dio ti ama! Cristo è il tuo salvatore. Egli vive!» (CV, 130).
Concludo rinnovando l’invito che papa Francesco fa ai giovani.
«Vedo un ragazzo o una ragazza che cerca la propria strada, che vuole volare con i piedi, che si affaccia sul mondo e guarda l’orizzonte con occhi colmi di speranza, pieni di futuro e anche di illusioni. Il giovane va con due piedi come gli adulti, ma a differenza degli adulti, che li tengono paralleli, ne ha sempre uno davanti all’altro, pronto per partire, per scattare. Sempre lanciato in avanti. Parlare dei giovani significa parlare di promesse, e significa parlare di gioia. Hanno tanta forza i giovani, sono capaci di guardare con speranza. Un giovane è una promessa di vita che ha insito un certo grado di tenacia; ha abbastanza follia per potersi illudere e la sufficiente capacità per poter guarire dalla delusione che ne può derivare». (CV, 139).

Anche noi facciamo così!
Voliamo su ali d’aquila!
Come dice un canto notissimo
«E ti rialzerà,
ti solleverà su ali d’aquila
ti reggerà sulla brezza dell’aria,
ti farà brillare come il sole,
così nelle sue mani vivrai».

Buona Pasqua!
Vostro,
padre Marco
21 aprile 2019,
Domenica di Pasqua